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ANTEPRIMA DI “VOI SIETE L’ADESSO DI DIO”

Giuseppe, il sognatore

Dio muta le nostre paure in occasione di grazia

Giuseppe era quasi il più piccolo della famiglia (cfr Gen 37,2-3). Tuttavia, Dio gli comunicò grandi cose in sogno ed egli superò tutti i suoi fratelli in incarichi importanti quando aveva circa vent’anni (cfr Gen 37-47).

Papa Francesco, Christus Vivit, 6

Non so perché tutti mi guardino sempre come … vediamo un po’ se riesco a trovare la parola che usate voi … Ah, sì, come un extraterrestre. Mi hanno sempre guardato dall’alto in basso, eppure io non sono differente da voi, come non lo ero dai miei fratelli, che credevano che io fossi speciale. È vero, qualcosa di unico l’avevo, almeno agli occhi di mio padre Giacobbe. Ma chi non è speciale per il proprio padre, soprattutto se, come me, gli ricorda sua moglie, che lo ha lasciato, afferrata dalla morte, prima di vedere il proprio figlio grande? Forse gli ricordavo proprio tanto la sua Rachele, chissà per i miei occhi o per i lineamenti del volto, saranno stati forse i miei capelli. Non lo so, non me lo ha mai detto ed anche io non ho avuto il coraggio di chiederglielo, nelle lunghe notti passate accanto al fuoco, quando lui si estraniava e tutti sapevamo di chi avesse nostalgia. Giacobbe amava Rachele. Per averla come sposa “servì sette anni [Labano …]: gli sembravano pochi giorni, tanto era il suo amore per lei” (Gen 29,20) e “amò Rachele più di Lia” (Gen 20,30), la donna che con inganno gli venne data come sposa. Non fu semplice avermi, ma “Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese feconda. Ella concepì e partorì un figlio e disse: «Dio mi ha tolto il mio disonore»” e mi chiamò Giuseppe, “dicendo: «Il Signore mi ha aggiunto un altro figlio»” (Gen 30,22-24). Mio fratello Beniamino, la mia più grande gioia, mi costò mia madre. La persi nel travaglio del parto, mentre eravamo accampati a Betel (Gen 35,16-20), dopo che mio padre incontrò Dio e gli promise il dono della terra (cf. Gen 35,1-15). Quella benedizione è ancora su di me e sulla mia discendenza.

Dove ero rimasto… sì, al fatto che mio padre mi amasse più degli altri figli, insieme con mio fratello Beniamino, il figlio avuto in vecchiaia. Normale, non ti sembra? I figli sono tutto per un genitore, soprattutto quanto colei che te li ha partoriti non c’è più. Sono cresciuto sotto lo sguardo vigile di mio padre. Non era un mistero per gli altri fratelli il suo amore per me. “Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli” (Gen 37,3). Ora posso dire che l’amore mi ha fatto crescere, mi ha reso forte e coraggioso, capace di affrontare il pericolo e non soccombere all’invidia e al male. L’amore è l’orizzonte della mia vita. Mi sono sempre sentito profondamente voluto da mio padre, desiderato più di ogni altra cosa al mondo, comprato al caro prezzo della sua sofferenza e delle umiliazioni subite, acquistato con la sua preghiera. L’amore di mio padre mi ha reso adulto, prima del tempo, capace di sopportare l’invidia dei miei fratelli. L’amore mi ha reso un sognatore e anche quando nessuno voleva credere a quello che raccontavo, sapevo in cuor mio di non mentire, nel dire ciò che il Signore affidava alle mie notti, per quanto potessero sembrare strampalati ed irrealizzabili. I miei fratelli erano divorati dall’invidia verso di me, per ogni cosa, dalla tunica dalle lunghe maniche ai miei sogni e arrivavano anche a non volermi parlare e a odiarmi. Non mi sono mai fatto toccare dai loro sentimenti, perché ho sempre custodito la porta del mio cuore, perché nulla potesse contaminare la gioia dell’amore che continuamente sentivo intorno a me.

FOCUS

Tutti noi siamo circondati da sentimenti contrastanti, ma siamo noi che dobbiamo essere bravi, con la forza di Dio, a rigettare il male e a far sempre prevalere il bene. Si diventa maturi proprio quando si riesce a non far dipendere dai sentimenti altrui la propria vita, quando si riesce a limitare in noi le conseguenze dell’egoismo e si cerca di portare senza macchia la veste dalle lunghe maniche che ci viene donata.

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ALCUNE DOMANDE TRATTE DAL PRIMO CAPITOLO

  • Quale esperienza ho della mia famiglia di origine? Mi sono sentito amato dai miei genitori?
  • Quanto ha influito l’amore o il non affetto nella mia crescita personale?
  • Che rapporto ho con i miei fratelli?
  • Quali paure ti divorano e smorzano il tuo entusiasmo?
  • Dio ti mette nel cuore santi desideri, sogni di bene. Dai loro spazio? Con chi li interpreti?

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